La cultura della guerra è sempre attuale. Sarà che il nostro cervello si è evoluto poco in questi ultimi millenni, come ci dice la Montalcini in questa bella intervista.
E la scuola che ruolo ha?
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Il mondo le sembra più razionale di ieri?
"Viviamo ancora dominati da bassi impulsi, come cinquantamila anni fa. Perché il nostro cervello ha una componente arcaica e limbica (che ha sede nell'ippocampo) che è aggressiva, emotiva e affettiva ed è quella che ha permesso all'australopiteco di salvarsi, quando è sceso dagli alberi e ha affrontato il mondo. L'altra componente, cognitiva e neocorticale, è molto più recente e corrisponde alla fase dello sviluppo del linguaggio. Purtroppo questa parte non riesce ancora a controllare quella più antica che, anzi, nei momenti estremi (guerre, crisi, carestie) torna dominante. Sono le condizioni ambientali, in definitiva, a metterla in funzione: nei regimi totalitari, per esempio, l'attività del cervello arcaico è al massimo".
Ma lì risiedono anche le emozioni: dobbiamo metterle a tacere? "Occorre tenerle sotto controllo. Ed è quello che andrebbe insegnato anche a scuola. L'educazione è ancora troppo legata al binomio vittoriano punizione-premio. I bambini non sono cuccioli di cane, hanno una componente cognitiva sulla quale bisogna far leva fin dalla nascita".
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