mercoledì 10 dicembre 2008

Einstein sulla comprensibilità della natura


Lettera a Solovine n.8
(pag. 740 dell’edizione italiana, A. Einstein, Opere, a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri, Torino, 1988).

“E veniamo al punto più importante della sua lettera. Lei trova strano
che io consideri la comprensibilità della natura (per quanto siamo
autorizzati a parlare di comprensibilità) come un miracolo o come un
mistero. Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un
mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di
più, si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto
nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice:
sarebbe un ordine simile a quello alfabetico, del dizionario.
Laddove il tipo d’ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione
di Newton ha tutt’altro carattere. Anche se gli assiomi della
teoria sono imposti dall’uomo, il successo di una tale costruzione
presuppone un alto grado d’ordine del mondo oggettivo, e cioè  un
qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. E'
questo il ”miracolo” vhe vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre
conoscenze. ... Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci
di riconoscere il ”miracolo” senza che ci sia una via legittima per
andare oltre.”

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